Corpus domini (anno C) Sieger Koder e l’eucaristia

Sieger-Köder, pittore (1925-2015), durante la seconda guerra mondiale combatté e patì la prigionia. Tornato, frequentò l’Accademia d’Arte a Stoccarda fino al 1951. Studiò filologia inglese all’università di Tubinga. Dopo 12 anni d’insegnamento  di  arte  e di produzione  artistica,  Köder  si preparò al  sacerdozio, e fu ordinato nel 1971.Nel suo ministero c’è sempre stato un reciproco influsso fra il sacerdote e l’artista: usava lea pittura come Gesù usava le parabole, e rivelava la profondità del messaggio cristiano attraverso  le  metafore,  spargendo  luce  e  colore  sulla  vita  e  sulla storia  umana. Il suo modo di fare arte, pregno del dramma vissuto personalmente nella guerra e nell’orrore dell’Olocausto, si espresse mediante la pittura simbolica, un linguaggio che non descrive le cose come apparentemente si vedono, ma allude senza esplicitamente dire. Nell’opera qui riprodotta, i cinque pani e i due pesci – in primo piano – ricordano il «segno» di Gesù narrato da Giovanni (cap. 6) quando, di fronte alla necessità di sfamare la folla che seguiva il Maestro, Andrea segnalò la presenza d’un ragazzo che aveva con sè la merenda. «Allora Gesù prese quei pani e, dopo aver reso grazie, li diede a quelli che erano seduti, e lo stesso fece dei pesci, quanto ne volevano»”. L’artista raffigura i differenti invitati attorno alla mensa di Gesù ma il suo corpo non si vede, se non le mani con le stimmate. Il suo volto è riflesso sul vino-sangue della coppa. A destra una donna si appoggia sulle mani di Gesù per trovare sostegno e conforto, come esprime il volto disteso. Un ragazzo sotto di lei si aggrappa al tavolo per vedere che cosa sta accadendo, e rivolge gli occhi a Gesù. Un uomo con l’abito a strisce dei prigionieri nei campi di concentramento beve, assorto, la coppa datagli dal Cristo. Ricordiamo le parole dell’agonia: “Padre, se è possibile si allontani da me questo calice, ma non la mia ma la tua Volontà sia fatta!”.
A sinistra due innamorati hanno ricevuto dal Cristo il pane eucaristico e contemplano l’incredibile comandamento dell’amore: «amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi» (15,12), e insieme tengono in mano alcune rose rosse fiorite. Il rosso dei loro volti è lo stesso colore della veste di Gesù, ad indicare la loro partecipazione-vocazione alla missione d’amore del Grande Sposo. Quel pane spezzato e distribuito è segno del Pane del Cielo che è Lui. «Io, Gesù, ti seguo preoccupato di che mangiare, bere, vestire. Ma tu hai detto che ad ogni giorno basta il suo affanno. E San Francesco godeva di vestirsi come i gigli del campo (Mt 6,24-34). Eppure, la Manna è un pane che scende dal cielo. Il pane quotidiano è un pane che scende dal Cielo per il nostro sostentamento, ma io credo che sia solo opera delle mie mani. Se solo abbandonassi l’uomo vecchio con la condotta di prima, secondo la verità che è in te, Gesù, allora la richiesta del pane che perisce sarebbe azione di grazie a Te per le Tue opere, Signore, gustandolo con gioia e letizia in attesa che Tu venga» (S. Koder).

Intro

Il “Corpo del Signore”, spezzato e donato per la salvezza di tutti gli uomini, è Cristo-cibo, corpo dato e sangue versato per sostenere la nostra “vita nello Spirito”. Gesù ha moltiplicato i pani e i pesci per nutrire la folla che lo seguiva: il cibo fisico agisce sempre, come il soggetto stesso non lo sa: si trasforma in carne, sangue, energie vitali. Il cibo spirituale è diverso: è efficace se io collaboro con Cristo, che mi invita a lasciar trasformare la mia vita nella sua. 
L’Eucaristia è la festa della fede, stimola e rafforza la fede. I nostri rapporti con Dio sono avvolti nel mistero: con timore e tremore possiamo affermare “Qui c’è il Signore!”. Eppure Dio ci ama, fino a farsi nostro cibo e bevanda per comunicarci la sua vita divina, farci vivere la sua vita di amore.  L’Eucaristia non è credibile se rimane un rito, il ricordo di un evento accaduto duemila anni fa. È piuttosto una “scuola di vita”, una proposta di amore che coinvolge totalmente: disponibili ad amare il prossimo, fino a dare la vita per gli altri. Secondo l’esempio che Gesù ci ha lasciato. 

Il vangelo

Lc 9,11-17 Tutti mangiarono a sazietà.

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù prese a parlare alle folle del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure.
Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla perché vada nei villaggi e nelle campagne dei dintorni, per alloggiare e trovare cibo: qui siamo in una zona deserta». 
Gesù disse loro: «Voi stessi date loro da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». C’erano infatti circa cinquemila uomini. 
Egli disse ai suoi discepoli: «Fateli sedere a gruppi di cinquanta circa». Fecero così e li fecero sedere tutti quanti. 
Egli prese i cinque pani e i due pesci, alzò gli occhi al cielo, recitò su di essi la benedizione, li spezzò e li dava ai discepoli perché li distribuissero alla folla. 
Tutti mangiarono a sazietà e furono portati via i pezzi loro avanzati: dodici ceste.