AGLI ARTISTI AxA: PROPOSTA DI UNA PROSSIMA VISITA ALLA COLLEZIONE LERCARO  di Bologna

 

(note dal sito raccoltalercaro.it)

La collezione d’arte nasce dall’unione delle opere personali acquisite dal cardinale Giacomo Lercaro (arcivescovo di Bologna dal 1952 al 1968) con quelle che artisti, collezionisti o semplici estimatori, nel tempo, gli hanno voluto donare in segno di profonda stima. Il primo “dono” risale al 1971 ed è rappresentato dall’omaggio di quattro artisti bolognesi (Aldo Borgonzoni, Pompilio Mandelli, Enzo Pasqualini, Ilario Rossi) al Cardinale in occasione del suo 80° compleanno.

 Inizialmente allestista presso le sale di Villa San Giacomo, la residenza del Cardinale sulle colline bolognesi. Negli anni successivi, la graduale apertura a un pubblico sempre più ampio e l’incrementarsi delle donazioni rendono necessario l’ordinamento secondo criteri museografici.

A un primo lavoro svolto da Franco Solmi segue la direzione artistica di Marilena Pasquali che, nel 2003, cura anche il trasferimento nell’attuale sede, ristrutturata grazie al contributo della Fondazione Carisbo. Infine, nel 2008, S. E. Mons. Ernesto Vecchi, Presidente della Fondazione Lercaro, nomina direttore artistico Andrea Dall’Asta SJ.   La collezione permanente oggi comprende opere di Giacomo Manzù, Arturo Martini, Francesco Messina, Mimmo Paladino, Vittorio Tavernari, Giovanni Boldini, Georges Rouault, Ettore Spalletti e molti altri. Tra le opere di pittura e grafica, lavori di Giacomo Balla, Filippo de Pisis, Renato Guttuso, Antonio Mancini, Giorgio Morandi, Adolfo Wildt. Questi dialogano con alcune pregevoli opere antiche, tra cui un tondo in gesso raffigurante una Madonna del Latte (fine XV-XVI secolo) e tre arazzi di manifattura fiamminga (fine XVI-inizio XVII secolo).

La collezione permanente oggi comprende opere di Giacomo Manzù, Arturo Martini, Francesco Messina, Mimmo Paladino, Vittorio Tavernari, Giovanni Boldini, Georges Rouault, Ettore Spalletti e molti altri. Tra le opere di pittura e grafica, lavori di Giacomo Balla, Filippo de Pisis, Renato Guttuso, Antonio Mancini, Giorgio Morandi, Adolfo Wildt. Questi dialogano con alcune pregevoli opere antiche, tra cui un tondo in gesso raffigurante una Madonna del Latte (fine XV-XVI secolo) e tre arazzi di manifattura fiamminga (fine XVI-inizio XVII secolo

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